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La legge italiana vieta che si vantino effetti terapeutici per gli integratori alimentari.
Acido folico e spina bifida.
E’ stato verificato scientificamente e citato nei testi classici di medicina “tradizionale” che l’uso di vitamine in dosi sovrafisiologiche è utile per intervenire in una serie di malattie la cui origine è multifattoriale.
Nell’edizione del 2000 in lingua inglese di uno dei più autorevoli testi di medicina, Il Cecil, considerato la “Bibbia” della medicina interna, oppure nell’Harrison, si afferma che le vitamine possono essere usate per prevenire e curare una grossa quantità di malattie di origine multifattoriale, non semplicemente da carenza.
L’esempio più clamoroso è quello dell’acido folico: si è appurato che, usando quattro volte la dose minima giornaliera (100 mcg) raccomandata per prevenire una carenza, si ottiene un netto calo di nascite malformate da spina bifida. 400 mcg al dì assunti prima del concepimento e durante i primi mesi della gravidanza abbattono l’incidenza di questa malformazione del 70/80%: è uno dei fatti di medicina preventiva più spettacolari dell’ultimo secolo, realizzato con estrema facilità e con un costo bassissimo. Pensiamo al costo umano e sociale che una malformazione del genere richiede: un impegno spaventoso da parte della famiglia e della società.
Negli USA a partire dal 1998 si è svolta una campagna per l’uso su vasta scala dell’acido folico a partire da queste proprietà; un lavoro epidemiologico svolto nella Carolina del Sud ha verificato che in 8 anni l’incidenza della spina bifida è stata abbattuta di oltre il 50%.

La legge italiana vieta che si vantino effetti terapeutici per gli integratori alimentari.
Vitamine e omocisteina
Per controllare l’omocisteina bastano 400-800 mcg al giorno di acido folico.
E’ risaputa l’importanza dell’’omocisteina nel meccanismo aterosclerotico di formazione della placca.
La placca si forma a partire dall’ossidazione dell’ LDL: le molecole di colesterolo a bassa densità, catturate e “ingoiate” dai macrofagi si infiltrano all’interno dell’intima, qui l’omocisteina si autoossida, formando radicali liberi che danneggiano le pareti vascolari.
“I pazienti colpiti da ictus presentano livelli di omocisteina molto più elevati rispetto ai soggetti di controllo della medesima età cfr: (1), con una reazione lineare tra il rischio di incorrere in un ictus e i livelli di omocisteina cfr: (2) e una riduzione notevole delle concentrazioni di folato (vitam. B9) nel sangue degli individui con livelli elevati di omocisteina" cfr: (3) cfr: (4).
L’omocisteina si dosa nel sangue.
Per abbassare l’omocisteina si possono utilizzare con successo tre vitamine:
B12, B6, B9 (=acido folico)
Le quantità sono veramente minime:
400-800 microg. di acido folico
100 mg di B6
5 microg di B12
Teoricamente il farmacista potrebbe confezionare un’unica pillola che le contenga tutte e tre a queste dosi da assumersi una volta al giorno.
Note e Bibliografia
- (1) Brattstrom L., Lindgren A., Israelsson B. et al., Hyperhomocysteinaemia in stroke. Prevalence, cause, relationships to type of stroke and stroke risk fattors, Eur J Clin Invest, 1992, 22: 214-221
- (2) Perry I. J., Refsum H., Morris, R. W. et al., Prospective study of serum total homocisteine concentration and risk of stroke in middle –age British men, Lancet, 1995, 346: 1395-1398
- (3) Hultberg B., Andersson A., Lindgren A., Marginal folate deficiency as a possible cause Hyperhomocistaenemia in stroke patients. Eur j Clin Chem Clin Biochem, 1997, 35: 25-28
- (4) Pizzorno J.E. jr, Murray M. T., Trattato di medicina naturale, red, (2001), 525

La legge italiana vieta che si vantino effetti terapeutici per gli integratori alimentari.
Vitamina B3 e colesterolo
Fermo restando che di fronte ad alti valori di colesterolo è necessario lavorare per rimuoverne le cause, esistono strumenti di medicina naturale molto semplici ed efficaci per abbassarlo: oltre alla ben nota lecitina di soia, lo strumento più potente (più potente delle statine) è la vitamina B3, la niacina, sulla cui efficacia esistono moltissimi studi e lavori. L’unico problema è costituito dal dosaggio, in quanto la niacina presenta un piccolo effetto collaterale che è il rush cutaneo indotto dall’acido nicotinnico che produce vasodilatazione transitoria con eritema. Non è grave ma può essere abbastanza fastidioso, esistono persone più sensibili e persone che non presentano nessuna reazione, il rush cutaneo si può verificare con 50-100 mg, è necessario monitorare le dosi, tenere il dosaggio più basso possibile rispetto alla tollerabilità, si possono avere buoni risultati anche non raggiungendo il dosaggio prescritto.
Anche nelle scienza “ufficiale” si è quindi aperto uno spazio per l’utilizzo delle vitamine nei confronti di malattie anche importanti, sia in campo preventivo che terapeutico.

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